Non è facile fare una critica più elaborata perchè la trama è così semplice che rischio di svelare tutto, quando magari qualcuno potrebbe volerlo leggere.
Anche questo, come molti apocrifi, non è un giallo, ma un poliziesco. Anche questo come più di un apocrifo vuol risolvere il mistero di Jack lo Squartatore. So che è una tentazione irresistibile per chiunque, essendo l'epoca la medesima, però c'è modo e modo. Senza contare che autori meno cruenti l'hanno fatto conoscere con Wilde e Shaw.
Certo, non tutti possono scrivere cose diverse e avvincenti come hanno scritto Nicholas Meyer, Ellery Queen o Enrico Solito o anche Laurie King, però esiste la via di mezzo, come Hardwick o Ted Riccardi. Questo invece è proprio trito trito. Un po' come l'interpretazione del nostro celebre consulting detective fatta da Frewer: non ho ancora conosciuto un appassionato di Holmes che ne abbia parlato bene!
Si parte dal solito ritrovamento postumo di appunti di Watson, che rivela che ACD non ha fatto altro che prendere spunto dai suoi appunti sui casi di SH, ma solo uno spunto. Poi narra in prima persona la vicenda delle indagini svolte da Sherlock ed egli stesso su JTR.
Però, mentre in uno studio in nero di Ellery Queen, la trama è davvero elaborata e "gialla", qui è un arruffio di descrizioni cruente di cui non si capisce bene la funzione, non ci sono indizi da seguire, una storia da ricostruire e poi la rappresentazione di SH e Watson è davvero priva di spessore.
E poi, davvero, è proprio una trama assurda che non si capisce neppure alla fine su cosa si regge. Non c'è un movente neppure accennato, non c'è coerenza: insomma davvero non so che altro dire.
Fin qui non rivelo nulla che già non sia scritto nella presentazione del libro, di più non posso senza fare spoiler.
Però stante anche lo stile davvero lento è un libro che sconsiglio di tutto cuore, sono arrivata in fondo solo perchè speravo che non fosse come avevo capito dalla prima riga e spero di dimenticarlo al più presto!
Va un po' meglio come critica?
Ciao!
Anna Francesca