Su Mio diletto Holmes


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annafrancesca
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MessaggioInviato: Sab Dic 10, 2011 8:21 pm    Oggetto: Su Mio diletto Holmes   

Ho appena finito di leggere Mio diletto Holmes.
Non so come dirlo...ma mi ha.... mi ha...mi ha....depresso!
Sì, questo è il sentimento che mi ha suscitato questo libro.
Il libro si compone di due parti: la prima è una curiosa storia "gialla", in cui Holmes risolverà il mistero che sta dietro ad una volontaria temporanea scomparsa, nella seconda parte, più propriamente un romanzo d'amore, è data una versione abbastanza sconcertante del "Problema finale", in cui tutti i riferimenti sono perfetti, e i cui protagonisti non sono certo Sherlock Holmes e John Watson ma due problematici giovanotti con gli stessi nomi.... Shocked Shocked Shocked
Dalle critiche mi aspettavo che fosse un giallo tinto di rosa, invece è una tristissima storia d'amore con un dubbio lieto fine. I personaggi di Holmes e soprattutto Watson sono stravolti, e pur se risultano anche interessanti e suscitano comprensione e simpatia, semplicemente non sono loro.
In particolare Watson non è Watson più di quanto non lo sia Jude Law, con la differenza che per lo meno Jude Law sorride ed è piacevole alla vista, mentre questo non fa che piangere dall'inizio alla fine del libro: ma via, una lagna terrificante! Anche tutto l'ambiente che frequenta, il clima triste e angoscioso che si respira via via leggendo...che mi auguro sia volutamente esagerato....e, dulcis in fundo la rappresentazione di Mycroft come un vero s.....o (dicesi di persona gratuitamente odiosa e cattiva).
L'autrice padroneggia bene il canone, e la storia e letteratura del suo paese (mi ha fatto venire voglia di leggere le lettere che Wilde scrisse dal carcere, e che sono reperibili nel mammut che giace intonso in fondo alla mia libreria) ed ha anche uno stile avvincente di scrittura, ma sia chiaro che questa è una storia d'amore, quindi se non siete interessati ai romanzi rosa lasciate perdere.
Viceversa se vi piacciono i romanzi in sè, questo fa per voi.
Bene, ora mi procurerò la raccolta Un Natale in Holmes, sperando di non avere altre deprimenti sorprese!
Live long and prosper!
jonax
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MessaggioInviato: Dom Dic 11, 2011 8:49 am    Oggetto: SU MIO DILETTO HOLMES : Un libro bellissimo   

Mi permetto di non essere assolutamente d'accordo: dopo aver letto 'Mio Diletto Holmes' avrei voluto che ci fosse il seguito! E', come scrisse la stampa britannica quando uscì, ''il più holmesiano'' dei pastiches e una bellissima storia di deduzione e d'atmosfera. Watson non è 'lagnoso' ma innamorato e Holmes nelle sue reazioni è assolutamente perfetto. In più c'è, raccontato con straordinaria sensibilità e stile, senza alcuna volgarità, la vicenda romantica trai due.
Che Holmes e Watson nutrissero l'un per l'altro più di una semplice amicizia, è un sospetto che ha attraversato i due secoli che ci separano da Doyle. Rex Stout, creatore dell'indimenticabile Nero Wolfe, pensava addirittura, sulla base di un'attenta analisi dei testi, che Watson fosse una donna!
'Mio Diletto Holmes' e' un romanzo (diviso in due storie che si intersecano) bellissimo, e la versione che Piercy dà del 'Problema Finale' è affascinante e assolutamente in linea con il Canone. L'unico difetto di quest'opera, è la sua relativa brevità. Solo 180 pagine!
annafrancesca
«Investigatore»
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MessaggioInviato: Dom Dic 11, 2011 12:49 pm    Oggetto:   

Beh, è davvero una questione di punti di vista. Che è rispettoso del canone l'ho detto, che possa piacere come romanzo anche, che sia rispettoso dei personaggi no, questo davvero non posso dirlo e personalmente come appassionata di Sherlock fin dall'infanzia, se lo avessi letto in biblioteca non lo avrei comperato.
Mi limito agli aspetti caratteriali, senza parlare della storia di cui. francamente, avevo dedotto già dalle prime pagine il finale.
Holmes, come presentato da Conan Doyle, senz'altro prova amicizia ed affetto per Watson, ma di qui a chiamarlo "amore" ce ne vuole. e lasciare al Mycroft come descritto nel pastiche un incarico così importante senza nulla verificare non è da lui, idem dicasi quanto a Watson e la sua amicizia, affetto e sconfinata ammirazione per Holmes: il nostro dottore, per la personalità che gli viene costruita da Doyle, se anche avesse amato Holmes, per la persona che è non sarebbe mai andato ad accompagnarsi con avventure occasionali nè una tantum nè sistematicamente cone descritto, non è proprio il tipo. Può darsi che i personaggi cone presentati nel romanzo siano più umani e credibili, ma semplicemente non sono i nostri, con principi, valori e idee anche all'avanguardia, ma sicuramente non sono deboli e in fondo un po' meschini. Posso credere ad un Holmes con simpatie anarchiche e socialiste (come presentato forse - e sottolineo il forse- nei libri di Enrico Solito), ma non ad un Holmes che agisce come un pazzo in preda al timore per la sua reputazione e ad una passione negata che lo logora, e posso credere ad un Watson forse anche un po' plagiato da Holmes, ma non ad un Watson che agisce d'impulso contro espressi ordini di Holmes solo per sfogare il suo disagio interiore o che se ne va in giro per locali equivoci con soldati raccattati qua e là. Semplicemente secondo me Watson non è così. E se fosse stato, per assurdo, innamorato di Holmes, se ne sarebbe stato zitto e buono accontentandosi di quello che aveva.
In compenso la narrazione in sè mi ha rattristato e depresso, facendomi pensare a quanto devono aver sofferto in quel periodo le persone per poter liberamente vivere come se stessi, avere addirittura paura di essere processati per un diritto fondamentale della persona così essenziale. Insomma, mi ha fatto l'effetto che mi fanno i libri ambientati nel medio evo: preferisco non leggerli.
Con tutto ciò non è che voglio dir male di questo libro, che è scritto benissimo, è solo che penso che chi lo compra è bene sappia cosa compra, e insisto, per me non è un giallo e nemmeno una ulteriore avventura di Sherlock Holmes e del dr. Watson.
Live long and prosper!
Lady Holmes
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MessaggioInviato: Dom Dic 11, 2011 2:08 pm    Oggetto:   

Solo una precisazione, la relazione che Rex Stout fece agli Irregulars of Beker Street in cui argomentava che Watson fosse una donna era un simpatico scherzo di uno scrittore geniale ma anche buontempone, un pò come si argomenta dottamente e canonicamente delle origini italiane, irlandesi o spagnole di Holmes tra le associazioni di questi paesi. Da qui a prenderle sul serio...(almeno quelle di Stout...), ce ne passa! Lasciamo le cose nel loro contesto. Il libro non l'ho letto, sono ancora indecisa se acquistarlo o no, per il si propende la mania di avere tutto ciò che riguarda Holmes, per il no che un Holmes e Watson con quel genere di relazione sono lontani anni luce dalla mia conoscenza canonica. Di pastiche del genere ne son pieni i siti di fanfiction nazionali ed esteri, che il dubbio abbia sfiorato qualcuno oggi, non lo metto in questione, che lo abbia fatto un secolo fa quando sono stati scritti lo dubito seriamente, lasciati nel contesto vittoriano vederci più di una salda amicizia è assai difficile e concordo con annafrancesca che Watson non mi sembra proprio il tipo capace di frequentare compagnie ambigue, nè maschili nè femminili, e che probabilmente, ammesso e non concesso che i loro sentimenti potessero essere diversi dall'amicizia, nessuno dei due l'avrebbe mai messa a rischio con qualcosa di diverso. O almeno, non i due descritti da Doyle, che poi i loro nomi siano stati associati nella storia a personaggi che più o meno vagamente gli assomigliassero è un'altra questione. Scherzi a a parte, il mio commento è puramente canonico e non vuole entrare nel merito di altri ambiti. Se avanzerà qualche soldino dopo Natale proverò ad acquistarlo per curiosità e per un giudizio più fondato:-)
Da apocrifista in erba posso dire che l'accuratezza delle descrizioni e la concordanza col canone si posso raggiungere con un pò di studio e ricerca, quello che è davvero difficile in un apocrifo è ricreare la magia e l'atmosfera dell'interazione tra i due personaggi lasciandoli vivere di vita propria senza forzarli in qualcosa di diverso. Quelli o ci sono o non ci sono, e di solito bastano le prime pagine a capire se sono loro oppure no, indipendentemente dalla storia che viene raccontata:-)
jonax
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MessaggioInviato: Lun Dic 12, 2011 10:14 am    Oggetto: SU MIO DILETTO HOLMES : UN LIBRO BELLISSIMO   

Care Annafrancesca e Lady Holmes, ognuno naturalmente ha diritto alle sue opinioni. A me,ripeto, il libro è piaciuto moltissimo e i personaggi mi hanno convinto subito. Ho letto oltre il Canone decine di pastiches che magari si sono inventati machiavelliche trame, pur interessanti, ma che hanno fatto di Holmes una caricatura. Piercy invece disegna un Holmes che, a mio modesto avviso, è quello di Doyle, con le sue idiosincrasie, genialità, egoismi e misteri. E Watson è il suo fedele amico e cronista che non sempre è d'accordo ma alla fine riconosce la superiorità del Grande Detective. In questo libro la 'storia d'amore' è raccontata con grande gusto e sensibilità, senza volgarità e mostrando il lato umano dei due personaggi. In epoca vittoriana le cose succedevano come da noi, solo non se ne parlava apertamente come oggi. Non a caso l'autrice allude a Oscar Wilde e alla nuova legge sulla moralita'.
Rex Stout quando diceva che Watson era una donna, fu preso assolutamente sul serio dagli sherlockiani e le sue affermazioni sollevarono un vespaio. Stout argomentava molto dettagliatamente la sua opinione, puntando il dito proprio su quegli aspetti dei rapporti trai due che potrebbero suggerire qualcosa più di un'amicizia.
Non è neanche vero, mi pare, che le due avventure che formano il romanzo di Piercy non siano interessanti : la prima è un po' prevedibile, ma come anche certune indagini scritte da Doyle, e serve ad introdurre il tema. L'importante è seguire il famoso processo deduttivo che conduce non solo alla scoperta del colpevole ma, ecco il punto, a svelare la trama che dietro si nasconde. La seconda parte dà una versione del 'Problema Finale' che segue il Canone per distaccarsene solo quanto ad un pizzico di 'verità' nei motivi che portarono alla scomparsa di Holmes. Non dimentichiamo che quando il detective 'resuscitò' non mancarono pungenti osservazioni al riguardo, e del lo stesso Stout ha spiegato come le ragioni date al riguardo da Doyle erano 'nonsense'.
Lady Holmes
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MessaggioInviato: Lun Dic 12, 2011 11:52 pm    Oggetto:   

A questo punto credo che il libro lo comprerò per la semplice curiosità. A lettura finita posterò quel che mi è parso. Non ho dubbi sul fatto che in epoca vittoriana si facessero le cose che si fan oggi, ma non ho nemmeno dubbi sul fatto che Doyle non abbia mai pensato Holmes e Watson in quel contesto. Poi ognuno può vederli come vuole, ma il punto di vista dell'autore è sempre un osservatorio privilegiato. Non ho nemmeno dubbi sul fatto che Stout sia stato preso sul serio, gli Sherlockiani (genere a cui appartengo, aimeh!), son gente assai particolare e originale, ve ne sono capaci di incenerire chi si permette anche solo di pensare a Doyle come autore, oltre al fatto che tutti amano disquisire del canone su tutto e sul contrario di tutto (daltronde è quel che si dice anche della Bibbia che le si può far dire tutto e il suo contrario e non a caso la terminologia da lì è recuperata). In fondo è un gioco, (Il grande gioco). Io ho detto che Stout era un buontempone, non che chi lo ascoltava lo fosse altrettanto. Laughing
Per quel che riguarda la resurrezione di Holmes, temo che il senso per Doyle fosse chiarissimo, lo Strand gli aveva fatto un'offerta faraonica, di quelle che non si possono rifiutare. Potere della sterlina Wink
Bene, spero di riuscire a leggerlo nelle vacanze di Natale o giù di lì
jonax
«Nuovo arrivato»
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MessaggioInviato: Sab Dic 17, 2011 12:28 pm    Oggetto: Mio Diletto Holmes   

Si, mi interesserà vedere la tua opinione. Sai, a leggere tutti i pastiches in circolazione, mi viene talora il dubbio che il personaggio di fantasia sia Doyle piuttosto che Holmes! Questo la dice lunga su chi sia ''il più grande detective del mondo''. In fondo a me Holmes piace non tanto per i casi che risolve ma per la sua personalità, che Doyle non ha mai completamente approfondito (da buono scrittore che lascia spazio all'immaginazione), e per l'atmosfera che avvolge le storie.
Lady Holmes
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MessaggioInviato: Dom Mar 25, 2012 10:24 pm    Oggetto:   

Finita la lettura ieri sera. Capisco perché l'autrice non ha scritto un apocrifo puro e semplice. Lo aveva già detto lei nell'intervista che il giallo non era il suo campo e non posso che concordare. Già alle prime pagine della prima storia è tutto fin troppo evidente e non ci vuole di certo Holmes per intuire dove si sta andando a finire. Il problema principale è che cerca di creare un giallo classico, in cui il lettore ha gli stessi indizi del detective, ma un buon giallista li sa nascondere e dissimulare, lei invece non riesce nell'intento e l' occhio li becca tutti. Inoltre cerca pure di convincerti che Holmes ha qualche carta in più, ma il lettore ne sa quanto il detective e gli è un passo avanti anziché indietro. Doyle era molto bravo in questa tecnica, lui gli indizi non li seminava proprio e il lettore doveva aspettare che fosse Holmes a spiegare tutto. Con la sua costruzione del giallo l'autrice toglie molto del fascino e del mistero che Holmes riesce ad emanare negli scritti di Doyle, proprio grazie a questo espediente letterario. Scusate il tecnicismo, ma scrivendo anche io, non ho potuto non notarlo! Quando poi esce fuori che la ricattatrice si chiama Ape Regina (nessuno spoiler, è sul retro di copertina), e pensi che stavolta il mistero può davvero essere tale, eccoti una battuta che ti rovina nuovamente la sorpresa. Anche il Watson dei telefilm di Ratbone ci arriverebbe a capire tutto dalla battuta, invece quello del libro ci arriva per puro caso, dopo una serie così evidente di fatti che da lettore sei preso da isteria nell'attesa! Il secondo racconto, poi, non è nemmeno un caso, ma una serie di missing moments. Per non parlare di diversi refusi (il più grave è la sostituzione del nome Watson con Holmes, che ti obbliga a rileggere la frase incriminata parecchie volte per riuscire a capire che c'è un errore) e di una pessima traduzione, a giudicare dal costrutto di alcune frasi. Non credo comunque che valga la pena di essere letto in lingua originale. Questo in generale, senza entrare nel merito della canonicità dei personaggi.
Se poi ci vogliamo entrare, lo faccio con due distinguo. In uno mi limiterò al carattere, nell'altro alla loro relazione.
I personaggi non sono quelli di Doyle, con o senza intreccio amoroso. Un Holmes così paterno e accondiscendente verso Watson non ha nessun appiglio nel canone, dove spesso i due si punzecchiano e dove il più vecchio e responsabile è senza ombra di dubbio il dottore. L'unica cosa che trovo coerente col personaggio di Holmes è il rigore morale che mantiene per quasi tutto il libro, e che poi viene miseramente gettato alle ortiche (parlo di rigore morale, del tutto particolare se vogliamo, non della freddezza di un Holmes senza cuore, che non esiste nemmeno per Doyle, che quel cuore lo fa trasparire più spesso di quanto ci si aspetterebbe).
Non parliamo poi del povero dottore. Nel libro fa la figura dello sciocco e imprudente. Sembra un bambino che abbia continuamente bisogno della balia, incapace di cogliere i più macroscopici indizi. Nei libri di Doyle è un collaboratore fidato e prezioso, a cui Holmes affida spesso compiti di fiducia e responsabilità. Quello del libro non può essere lasciato solo due minuti senza che combini qualche guaio! Uno dei criteri per capire se un apocrifo è un buon apocrifo, è proprio la figura del dottore. Watson è molto acuto, ma la sua intelligenza sembra stupidità di fronte al genio di Holmes. Nel libro Watson è tonto e basta e Holmes non fa certo sfoggio di gran genialità, visto che il lettore capisce tutto prima di lui. Questo solo per le cose macroscopicamente visibili, ci sono poi altre moltissime sfumature di carattere dei due che stridono.
Sul rapporto tra i due, e l'argomento omosessualità, una cosa salta subito all'occhio. Tutti o quasi i personaggi del libro sono a senso unico. Se si usassero per una statistica risulterebbe che l'80% della popolazione londinese del tempo provasse interesse per la stessa metà di cielo. Mettiamoci pure che l'indagine verte su quegli ambienti, ma pare che i nostri due siano peggio di una calamita! Trovo particolarmente patetica e completamente fuori dai personaggi la parte francese della storia. Al di là del fatto che io proprio non li riesca ad immaginare niente più che amici, se anche avessero avuto una relazione non si sarebbero mai comportati così. Semplicemente non sono loro, almeno nel carattere. Fisicamente sono descritti in modo accurato e canonico, così come lo studio. (N.B. Non credo proprio che potendo scegliere Watson avrebbe preso il violino, molto più probabilmente avrebbe portato via una pipa:-).
Altra cosa fastidiosamente poco canonica è Mycroft Holmes. Il loro incontro, ne l caso dell'interprete greco, mostra una grande sintonia tra i fratelli e anche affetto (a modo loro). Il fatto stesso che Mycroft faccia da cocchiere ad Holmes alla partenza, conoscendo la sua atavica indolenza, è segno di questo enorme affetto. Il Mycroft del libro è del tutto stonato rispetto a quello di Doyle e troppo emotivo. Al punto che Watson gli legge in faccia quello che pensa. Impossibile!
Detto questo, se uno ama il genere "rosa", allora troverà il libro godibile e ben scritto, struggente ed emozionante, ecc... Ma per favore non chiamatelo giallo e ancor meno apocrifo!
Confused
annafrancesca
«Investigatore»
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MessaggioInviato: Mar Mar 27, 2012 8:14 am    Oggetto:   

Sottoscrivo ogni parola della recensione di LadyHolmes. Confused
Live long and prosper!
Cristina Pollastro
«Nuovo arrivato»
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MessaggioInviato: Gio Lug 02, 2015 9:51 am    Oggetto: mio diletto Holmes   

Solo settimana scorsa ho letto questo libro. A parte le considerazioni sulla trama, i personaggi, ecc., avete letto la quarta di copertina?? Tacquino, con la cq??? Succesivamente, senza la doppia??? E' possibile fare simili errori in un libro? Non ho parole...
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