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Orontes
Investigatore
Messaggi: 281 Località: Baker Street 221b, Roma
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Inviato: Gio Nov 02, 2006 3:38 pm Oggetto: Non ho capito un' H... |
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Ecco un bel quesito..
Pare che tutti siano d'accordo sul fatto che l'H di John H. Watson stia per Hamish, cioè James in scozzese.
Ma io ricordo bene che sul canone il nome Hamish proprio non c'è.
Allora da dove viene tutta questa sicurezza?
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Inviato: Gio Nov 09, 2006 7:38 pm Oggetto: |
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ciao,sono nuovo del mondo di Sherlock Holmes dato che ho appena finito di leggere Uno studio in rosso.c'è da dire che il suo metodo di investigazione mi ha sempre affascinato,ma dopo aver letto questo libro il mio interesse a Sherlck Holmes si fa sempre più intenso...Cmq volevo sapere a proposito di Watson...cosa è di preciso questo canone di cui parli che tralaltro è anke il titolo di questa sezione? |
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Inviato: Ven Nov 10, 2006 9:00 am Oggetto: |
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Be', il canone è semplicemente l'insieme delle 60 storie (56 racconti e 4 romanzi) che compongono tutte le avventure di Sherlock Holmes scritte da Sir Arthur Conan Doyle... |
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Inviato: Ven Nov 10, 2006 9:13 am Oggetto: |
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...le avventure che invece hanno come protagonista Sherlock Holmes e non sono state scritte da Arthur Conan Doyle ma da qualche altro autore sono "gli apocrifi"... |
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Orontes
Investigatore
Messaggi: 281 Località: Baker Street 221b, Roma
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Inviato: Ven Nov 10, 2006 9:57 am Oggetto: |
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...proprio cosi' La distinzione è dovuta al fatto che gli apocrifi sono una marea!!! E continuano ad uscirne ogni anno...
Ben arrivato Singer90, spero che continuerai a leggere..il canone (eh eh) anche perchè in ordine cronologico diventa sempre piu' bello, almeno secondo me..
..Comunque nessuno ha risposto al mio dubbio..ahiahi...rimarra' irrisolto..sigh.. |
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jacopo93
Nuovo arrivato
Messaggi: 7 Località: lombardia
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Orontes
Investigatore
Messaggi: 281 Località: Baker Street 221b, Roma
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Inviato: Mar Giu 05, 2007 2:09 pm Oggetto: |
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La maggior parte dei lettori la pensa come te.
Eppure continuo a preferire alcuni dei racconti di L'ultimo Saluto e il Taccuino.
Forse perchè mi hanno sempre incuriosito i tratti della personalita' del protagonista, e i suoi atteggiamenti, tanto quanto i casi che risolve.
E in questi racconti lui è molto piu' definito.
Anzi certe volte, lui stesso 'è' un caso.
Nel senso che l'ho sempre trovato molto piu' realistico degli altri personaggi letterari a lui contemporanei.
Diresti che una persona simile (con i suoi gesti, i suoi rimbrotti, le sue opinioni) possa quasi esistere (quasi).
Comunque, ovviamente, non 'butterei' neanche una riga di tutto il canone. |
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jacopo93
Nuovo arrivato
Messaggi: 7 Località: lombardia
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Inviato: Mer Giu 06, 2007 11:51 am Oggetto: |
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Orontes ha scritto: | L'ultimo Saluto e il Taccuino
perchè mi hanno sempre incuriosito i tratti della personalita' del protagonista, e i suoi atteggiamenti, tanto quanto i casi che risolve.
E in questi racconti lui è molto piu' definito.
Anzi certe volte, lui stesso 'è' un caso.
Nel senso che l'ho sempre trovato molto piu' realistico degli altri personaggi letterari a lui contemporanei.
Diresti che una persona simile (con i suoi gesti, i suoi rimbrotti, le sue opinioni) possa quasi esistere (quasi).
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Secondo me, questo può derivare dal fatto che i libri da te citati sono quelli che contengono anche narratori diversi da quello del dottor Watson.
Ad esempio narratori esterni, più veristi e meno caricaturali (Watson presta attenzione a molti aspetti del carattere di Holmes, ma altri sono completamente tralasciati), o addirittura la voce narrante è quella del detective stesso, per cui si può osservare molto più da vicino la nascita di una teoria investigativa, cosa che non accadeva con Watson, che esaltava soprattutto i comportamenti esterni e misteriosi che questa comportava.Chiunque nasce e muore, è quello che ci sta in mezzo a renderlo una leggenda. |
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Inviato: Mer Giu 06, 2007 7:13 pm Oggetto: |
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Di OT in OT: dovresti gentilmente mettere un avatar più piccolo.
Qualcosa di questo tipo:
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jacopo93
Nuovo arrivato
Messaggi: 7 Località: lombardia
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Inviato: Mar Apr 05, 2011 10:30 pm Oggetto: |
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Ciao, anch'io penso che il primo Holmes è più giallo, ma a volte il nostro mito è così presupponente da risultare quasi antipatico (anche se noi gli perdoniamo tutto;-) Insomma a volte con le sue deduzioni se la tira un pò (è vero che lui può farlo...)Gli ultimi racconti sono più avventurosi e meno gialli, ad esempio nella donna velata Holmes non fa altro che ascoltare un caso in cui non risolve un bel nulla, ma appare davvero più concreto e credibile,lo penso anch'io. Si arriva a pensare che un cuore in fondo lo ha anche lui e pure bello grande. D'altronde si cresce e si cambia anche nella vita reale. E al di là del racconto in se e per sè quel che ha reso grande Doyle è proprio il personaggio di Holmes. Mica si vedon orde di persone vestite da Miss Marple, Poirot, padre Brown o gente che pensa siano esistiti davvero...ma Holms è un'altra roba! |
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Inviato: Gio Feb 02, 2012 5:35 pm Oggetto: H |
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Orontes, scusami per il ritardo nella risposta, ma effettivamente non sono un assiduo frequentatore di questo forum.
H. Come sappiamo (fin da STUD), il nome completo del Dr. Watson era John H. Watson. Nessuno sa però a cosa corrisponda quell’«H.». Roberts suggerisce un “Henry”, suggerendo che fosse legato a John Henry Newman ed alle idee religiose della madre di Watson: ma non fornisce alcuna prova in questo senso. Assai intrigante l’idea di Dorothy Sayers secondo cui H starebbe per “Hamish”, l’antico nome scozzese per “James”. In effetti Mary chiamò una volta il marito “James” (TWIS) il che ha dato la stura a molte maldicenze. La Sayers ricorda che nella prima edizione di FIVE, sullo Strand Magazine (1891) si dice che Mary era andata a visitare la madre: la moglie di Watson era invece notoriamente orfana (SIGN). Nell’edizione dell’anno successivo delle Avventure l’errore era stato corretto e si parlava di “zia”. Evidentemente Mary (ancora viva all’epoca) aveva fatto fuoco e fiamme. Perché non fece lo stesso alla pubblicazione di TWIS, tanto più che sbagliare il nome del marito poteva dar adito a malintesi? Perché James, conclude la Sayers, era il nome affettuoso che ella gli dava veramente, la traduzione inglese dello Hamish scozzese. (Tratto da "Il diciottesimo scalino" enciclopedia di Sherlock Holmes, di S. Guerra e E. Solito, ed. Delos Book) |
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